sabato 1 dicembre 2012

Visti da vicino/ Un Gladio Romano... d'altri tempi dietro i successi di Wish Force

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                                          La vittoria di Wish Force con Stefano Landi a Pisa

Gladio Romano Cirini è un allenatore che si è fatto da se, mosso esclusivamentedall'amore per i cavalli. La ricerca della valorizzazione dei suoi allievi è l'unico obiettivo perseguito dal trainer toscano. Nato a Pisa il 13 ottobre del 1947, oltre ad andare pazzo per l'ippica amatutti i tipi di pasta, un "pastasciuttaio" doc.

Come ti sei avvicinato al mondo delle corse?
Ho sempre avuto una passione smisurata per il cavallo, sin dall'età di 5 anni andavo al maneggioper salire in sella, per stare a contatto con questo magnificoanimale, mi piaceva accarezzarli, osservarli, ci passavo giornate intere....Poi a 18 anni sono diventato padre e, come usava a quei tempi, mi sono dovuto sposaree anche ingegnare per riuscire a mantenere la mia famiglia.

Frequentai allora l'Istituto Nautico, il mare mi ha sempre affascinato, ma non riuscii a trovare lavoro. Fu così che mi spostai a Milano, mi recai all'ippodromo e mi proposi a vari allenatoricome fantino. L'unico che mi prese in considerazione fu Bruni, un vecchio allenatore da ostacoli che mi volle in scuderia quasi per sfida. Mi mise in coppia con Ottilio, un cavallo dal grande potenziale ma estremamente difficileda governare. Invece con Ottilio riuscii fortunatamente a trovare un buon feeling, un test superato alla grande!

Ti ricordi la prima vittoria?
No, comunque accadde una delle primecorse, mi ricordo molto bene invece del mio secondosuccesso. Vinsi infatti una prova molto importante, il Premio Martesana, in sella al vecchio Giafar, un cavallo di oltre 10 anni appartenente a Nino Gianoli. Il grande giornalistami gratificò con una serie di articoli esaltando molto le mie qualità, sicuramente un successo determinanteanche per il prosieguo della mia carriera. Nacque infatti una sorta di leggenda narrante il rapporto tra il giovane astro nascente e il vecchio cavallo, io e Giafar...

A quale fantino ti sei ispirato?
Sono sempre stato attratto, professionalmente, da Mattei. Per me il più grande fantino da ostacoli mai esistito, è sempre stato il mio idolo.

Da chi hai imparato, i segreti, per diventare un allenatore capace di recuperare soggetti ormai alla fine della loro carriera?
Da Giuseppe Chiodini, un vero e proprio mago, quando
montavo i suoi cavalli alla mattina prendevo appunti. Sapevo che poi mi sarebbero serviti in futuro perché Giuseppe era un grande osservatore, fuori e dentro il box per lui i suoi allievi non avevano segreti.

Osservava con attenzione il loro comportamento, come e cosa mangiavano, li analizzava a 360°, un pò quello che faccio io adesso. Le più grandiscuderie, tipo l'indimenticabile Lady M, ci affidavano i loro portacolori infortunati o apparentemente irrecuperabilie Giuseppe con grande maestria riusciva, nella maggior parte dei casi, a riportarli in pista da vincitori.

Come mai hai deciso di smettere di fare il fantino e diventare allenatore?
E' stata una sceltaobbligata per via delle leggi europee che non permettono di ricoprire entrambi i ruoli, ho scelto di fare il traineranche se mi sento ancora un fantino.Non posso fare a meno del contatto con i cavalli e infatti la mattina sono sempre in sellaalmeno a quattro miei allievi.

Il cavallo più forte con cui hai corso e la vittoria che ti ha regalato più soddisfazioni?
Jacopo Robusti è, senza ombra di dubbio, il cavallo più forte che abbia mai montato, era un soggetto dal potenziale illimitato ma dal carattereterribile. Solo io riuscivo a fargli finire il percorso, non per bravura, ma solo perché riuscivo a instaurare con lui un rapporto di amore, ero "ruffiano", lo coccolavo. Ricordo volentieri anche Bodene figlio del mitico stallone di saltatori Pipino.

La vittoria che mi ha regalato più soddisfazione è stato il successo nel Criterium di Roma in sella a Druzbar, ma ricordo con grande emozioneanche la Corsa Siepi di Firenze, in coppia proprio con Bodene.

E da allenatore, quale è la vittoria di maggior prestigio?
Quella con Rose Wine nel Repubbliche Marinare e poi una serie di successi in Tris, quella vera.

Quali sono stati i momenti più belli della tua carriera?
Il primo quando ho avuto il contratto da fantino con Bruni, a quei tempi avere un contratto in ostacoli era come vincere la lotteria; poi quando ho avuto il piacere di allenare i cavalli dell'Allevamento il Ronco, ma il più bello è stato quando ho collaborato con la scuderia Lisetta, un periodo magnifico.

Adesso ti stai togliendo non poche soddisfazioni con la new entry della tua scuderia Wish Force, quale è il segreto della sua crescita?
Niente di particolare, ho sfruttato al meglio gli insegnamenti del mio maestro, ho portato degli accorgimenti che erano all'occhio di tutti, tanto semplici quanto efficaci! Gli ho cambiatoinoltre il mangime e da essere un cavallo da una corsa ogni 20 giorni e più, adesso corre ogni 10 giorni e vince, una grande soddisfazione!

Credi che abbia ancora margini di miglioramento?
Direi di si, con lui ho in programma di correre il Rosemberg, ma lo farò solo se sarò convinto di potermi giocare qualche buona chance. Altrimenti restiamonel box.

Il tuo sogno nel cassetto?
E' quello di riuscire ad allenare cavalli di prima fascia, per dimostrare che anche noi allenatori di provincia, siamo competitivi con il materiale giusto. Già in passatol'ho dimostrato quando ho avuto la fortuna di allenare i cavalli della scuderia Lisetta e mi piacerebbe tornare a plasmare dei soggetti di qualità.

Siamo ai saluti, tua moglie Fabiola su tutti?
Direi proprio di si, a Fabiola, figlia del grande Armando Maggi, ora in pensione, devo molto della mia carriera, senza una grande donna accanto, non si possono ottenere grandi risultati.

Salutiamo Gladio, un grande uomo che conosce i cavalli come pochi nel nostro sport!
Fabrizio Tenerini


via Ippica 2.0
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