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Troppo facile eh?...Si, è Gaspare Lo Verde. In sulky a Paso Doble ha vinto, sabato, il "Mediterraneo" nella sua Palermo, è nato il 31-12-1985 ed in queste ore sua moglie gli regalerà la gioia di un "puledrino dalla gran genealogia" a cui verrà dato il nome del nonno, Biagio. Gaspare sono giorni fantastici colmi di soddisfazioni... Penso chericorderò per sempre questo mese di dicembre, permettimi di ringraziare e di dedicarlo a chi ha permesso tutto questo, Dio. A Lui ho affidato la mia vita e mi ristora ed allieta, sono grato di quello che ha riservato per me in questo periodo. La vittoria di sabato è stata una grossa gioia e la voglio dedicare anche alla mia famiglia ed al piccolo Biagio atteso dall'amoredi mamma e papà. Una vittoria inattesa, sofferta, di quelle ricche di emozioni e difficili da dimenticare, cosa hai provato? Tanta soddisfazione nel vedere parenti e amici in premiazione, come logico nel vincere una corsa così importantein casa. Ero convinto di poter lottare per un piazzamento, poi quando sono venuto via in terza ruota ho visto Andreghettiin mano ed ho pensato fosse imbattibile. Ho iniziato a crederci quando gli sono arrivato in fianco e poi ne ho avuto la convinzione quando Roberto ha mosso le mani e non ha avuto reazione dal suo allievo. Era finito e lì ho creduto di aver vinto... Invece la retta d'arrivo non è stata una semplice passerella... Al nostroesterno ha chiuso forte Poggio e la figlia di Goetmals Wood si era un po deconcentrata, oltre ad essere giustamente stanca. Visto che avevo già chiuso la briglia, ho cercato di comandarla con la guida destra per permetterle di veder arrivare l'avversario. Ci siamo salvatidi poco tanto che non ho esultato visto l'esiguo margine sul palo. Quando ti sei reso conto di avercela fatta e quali sono i complimenti che ti hanno fatto più piacere? Avvicinandomi all'ingresso delle scuderie ho visto il mio team in festa e ho capito di aver vinto, forse è scontato, ma i complimenti di papà non hanno prezzo. Un Gran Premio giocato in casa con tre soggetti di scuderia è sintomo di un buon lavoro e di una buona annata. Con tutti e tre nel corso dell'anno abbiamo provato a frequentare il circuito classico, ma causa parametri e caratteristiche dei nostri allievi non abbiamo lasciato il segno. Plaza Mayor è forse la più dotata ma anche quella dalla meccanicapiù delicata, ci mette 200 metri ad ingambarsi e la devi subire perché passa poco. Con Paso Doblemi ero già piazzato terzo nel Città di Napoli Filly e quinto nelle Oaks del Trotto, nonostante dei numeri pessimi. Sono consapevole della mancanza, nel Mediterraneo, dei migliori della generazione, però fammi dire che finalmente è arrivato il suo giorno! Tutte e due le femmine sono penalizzate dalla poca velocità a partire. Una qualità presente, invece, nel bagaglio tecnico di Peligro, ma il pupillo di Francesca Croce, seppur un ottimo cavallo, è bisognoso di schema ad hoc e non si può permettere di girare all'esterno. Non mi sembra una generazione di fenomeni e ritengo i nostri alfieri in grado di tornare a confrontarsi con la prima categoria. Buoni risultati di scuderia e ottime statistiche personali, merito di..? Sicuramente di mio padre Biagio, da spazio a tutti e lo ha semprefatto. Io, Francesca e Davide Di Stefano abbiamo un buonissimo rapporto e tra noi non c'è competizione. Siamo uniti e i risultati sono il frutto di questa serenitàcreata dal "grande capo". Il detto popolare esorta a "rubare" il mestiere a chi ti sta iniziando ad una professione, tu quale delle qualità possedute da Biagio vorresti avere in futuro? La convinzionenel prendere e portare avanti le proprie decisioni, nel nostro lavoro siamo obbligati a scegliere, nel training ed in corsa, mille volte al giorno e raggiungere la sua consapevolezza e sicurezza, nel farlo, sarebbe eccezionale. Crederci sempre. Che cosa sogna un driver emergente come te? Sai ho iniziatoad attaccare i cavalli all'età di 14 anni e ho semprepensato di diventare un guidatore. Non aspiro a diventare il miglior driver al mondo o di vincere molti Gran Premi, ma voglio fare il meglio per la mia scuderiae lavorare per mantenerla ad alto livello e/o, se è possibile, farla crescere. Mi piaceguidare perché l'emozione di una vittoria è qualcosa di unico, soprattutto se ottenuta con un cavalloallenato in scuderia, ma preferisco la parte del mio lavoro che riguarda l'allenamento. Nel training quotidianoutilizzo al meglio il mio lato creativo e sono stimolato, giorno per giorno, a migliorarmi. Guidatore e allenatore sono, ai giorni nostri, due professioni distinte e siamo in pochia portale avanti entrambe. A quale cavallo sei maggiormente legato? Adesso ho una forte simpatia per Galahad Ram, un vecchio leoneche nonostante i mille acciacchi dà sempre tutto quello che ha. Però devo ricordare chi purtroppo ci ha lasciato tre mesi fa e la cui mancanza si fa sentirein scuderia, Lo Siento. Il figlio di Daguet Rapide era un soggetto facile da guidare e capace di farsi voler bene, a prescindere dai buoni risultati, i centrali vinti ed il piazzamento a Treviso in Gruppo 2, ho di lui un grandericordo e ancora non mi spiego i motivi di quel malore occorsogli in van. Esclusa la vittoria di ieri quale successo ricordi con maggior piacere? Quelle conquistate con Odjass Band, nove su quattordici in carriera, perché con la portacolori di Alberto Palombarini ci devi mettere molto del tuo mestiere. Non è proprio quella che si dice una cavalla dal trotto spontaneo e vincere con lei mi procura grande soddisfazione. In futuro ti vedremo protagonista delle piste del Centro-Nord Italia? Vedremo. Sono felice e ora voglio continuare a stare a Palermo, poi in futuro se ci sarà bisogno di fare la spola, come già fatto, tra Roma e qua non ci saranno problemi. Se fai riferimento ad un trasferimento definitivo penso di no. Se ti chiedo un nome, tra i tanti Campioni portati in pista da tuo papà, chi vuoi citare? Non ho dubbi nel scegliere Tinak Mo. Il mio cavallo preferito e non solo mio, visto che aveva toccato il cuore di tutti gli appassionati siciliani. Un cavallo dotato di un intelletto molto sviluppato, capace di vincere molto e che ha permesso a mio papà di dare una svolta alla sua carriera. Aveva un cuore enormeutile per recuperare, tornando a correre, da un grandeinfortunio e per lottare fino allo spasimo nel cercare di non abbandonarci. A causa di una frattura in paddock ci ritrovammo unitinel provare a sopravvivere e lui lo fece fino all'ultimo, insieme a chi gli voleva bene. Perderlo fu un grande dispiacere per tutti noi. Andrea Milani via Ippica 2.0 http://www.ippicaduepuntozero.com/2012/12/gaspare-lo-verde-un-figlio-in-arrivo-e.html tagippicanews | |||
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