sabato 15 dicembre 2012

Claudio Colombi: da Romano Savelli a Buonaccorsi una carriera vissuta sulle montagne russe

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Claudio Colombi dal profilo Fb
Il protagonista dell'intervista di oggi è Claudio Colombi, il fantino livornese sarà impegnato a Pisa in quattro delle sei prove del convegno. Nato nel 1974 ha vinto 1282 corse in oltre venti anni di carriera, una chiacchierata sincera, priva di fronzoli in cui Claudio ripercorre, oltre a parlare delle chance dei suoi allievi, i momenti salienti di una vita passata in sella ai purosangue.

Claudio un 2012 iniziato in salita e concluso però in maniera positiva, sei soddisfatto?
Sono contento perché sono a Pisa con i cavalli della mia compagna, Maria Moneta, e mi trovo molto bene. Sto vivendo un bel periodo e, dopo un brutto inizio, sono riuscito a vincere una corsa importante come il Mario Incisa Della Rocchetta con Faciascura, un Gruppo 3 di grande tradizione, e una Listed Race, l'Alberto Giubilo, con Freetown.

Quale delle due ti ha dato maggior soddisfazione?
Sicuramente quella con la portacolori della Rencati perché è arrivata subito dopo l'interruzionedel rapporto con la Incolinx. Un mese difficile in cui venivo scansato dalla quasi totalità degli allenatori e devo ringraziare i Botti per avermi rimesso in sella e permessodi vincere una prova di grande livello.

Avevo iniziato l'anno credendo di far bene con la flotta dei rosa-verdi di Romeo ed invece ho dovuto, per l'ennesima volta, risalire la china. Tornare a vincere mi ha permesso di superare una nuova sfida e ti assicuro che è stata una grossa soddisfazione.

Difficile ripercorre una carriera così lunga, ma proviamo andando con ordine. I tuoi inizi?
Papà Massimo è stato fantino e poi allenatore, quindi un percorso di avvicinamento classico. Sin da bambino ho sentito la passione per il cavallo, il fascino del mestiere di jockey e il peso della tradizionedi questo sport nella mia città. Vivere a stretto contatto con il cavallo, l'adrenalina della competizione, la vita da fantino rappresentava il mio ideale e l'approdo in scuderia ne è stata la logica conseguenza. Oltre a me anche mio fratello Michele ha seguito le orme di papà.

Le prime vittorie?
A Livorno con Romano Savelli, allenatore storico dell'impianto labronico, in sei mesi persi il discarico e iniziai la collaborazione, durata cinque anni, con Maurizio Guarnieri. Un periodo fantastico in cui vincemmo tanto e culminato con una stagione milanese da favola.

Un bel trampolino di lancio?
Certo, ma la mia carriera non è stata certo priva di alti e bassi e le cose non presero la piega giusta.

Un momento di difficoltà?
Prima di parlarne fammi
sottolineare, perché ci servirà a capire come ne sono uscito da questa difficoltà, il bello di quegli anni. Mi sono sposato e ho avuto la gioia di veder nascere il mio primo figlio, seguito da due femmine, un aspetto decisivodella mia vita, anche se poi mi sono separato da mia moglie.

Un periodo buio dovuto a cosa?
Nel 1997ebbi una brutta esperienza con il doping, fece molto rumore perché fui uno dei primi a essere testato e trovato positivo. Si aprì per me un lungo momento di riflessionee mi aggrappai proprio alla mia famiglia ed al lavoro. La forza per eliminare i cattivi pensieri e le pessime abitudini me la diede mio figlio, aveva bisogno di un padre maturo, di una figura importante a cui fare riferimento e non volevo deluderlo.

Quando ne sei uscito?
Decisivo fu Max Tellini nell'indicarmi la possibilità, lui era la prima montama dovette lasciare per altri impegni, di prestare la mia professione a Bolgheri, nell'autunno del 2000, per i colori storici della Razza Dormello Olgiata. Venivo da un periodo, a Romacon Armando Renzoni, in cui non ne andava dritta una che era una. Il fascino di quella divisa e la fortuna di arrivare in un momento di scuderia felice, con dei buoni cavalli da montare, mi permise di riprendere fiato.

Corriamo veloci anche noi per arrivare ai giorni nostri e citiamo le altre tappe più importanti.
Laura Grizzettie poi il fratello Bruno con cui mi sono tolto molte soddisfazioni. Grazie a lui ho imparato un modo diverso di intendere e svolgere la mia professione perché alla sua corte si viaggia ad una velocità superiore rispetto agli altri trainer.

Mi resta da citare l'esperienza con i Botti, loro mi hanno dato e continuano a darmi, pur avvalendosi dei migliori fantini italiani, delle chance importanti. Oggi sto bene nel vestito da freelance perché so cosa valgo, ma il rinnovarsi della stima di questi grandi allenatori, con ingaggi anchorché saltuari, mi fa molto piacere.

Una carriera condizionata dalla tua struttura fisica non proprio da fantino.
Ricordo le parole di alcuni secondo cui non avrei potuto proseguire già dopo i primi due anni della mia professione. Convivo con il problema del peso e lo faccio da 20 anni senza l'uso della bilancia. Non voglio esserne schiavo e, con l'andare del tempo, ho imparato a gestirminella maniera giusta. Vivo sereno, faccio molto sport e tante saune, sono riuscito a portare avanti il mestiereche sognavo di fare da bambino e per me è una grandevittoria.

A proposito di vittoria, ne ricordi una in particolare?
Sembra una frase fatta, ma devo dirti che nel nostro lavoro è sempre l'ultima quella più importante. Mi piace ricordare quelle ottenute con Red Kimi, non perché importanti, ma per il suo essere molto particolare e per aver trovato, grazie al non usare la frusta, il giusto feeling con il figlio diDenon.

La sensazioneche si prova in quei 20 metri passato il palo da vincitoreè sempre unica ed indescrivibile. Quello è il momento in cui vieni ripagato per tutti i sacrifici che la professione di fantino ti obbliga a fare.

Passiamo ora all'attualità delle corse di Pisa e vediamo le possibilità dei tuoi allievi. Alla quarta debutti con Bastiani.
Ti confesso che del portacolori della Razza Dormello Olgiata so poco. La genealogia è buona, l'ho visto al mattino ed è proprio un bel cavallo. Difficile sbilanciarsi in questa prova, ma se può essere utile so che stimano buono l'allievo di Santini, Lanfort.

Nella prova successiva sei in sella a Tildema.
Alziamo il tiro sulle ali di una forma invidiabile ed una spiccata attitudineal tracciato, basterà insieme all'ottimo numero di steccato? I chili sono tanti, ma speriamo di metterli tutti in fila, come predilige, e di salvare un piazzamento. Il ruolo di favorito mi sembra calzi a pennello per Beso.

Debuttanti femmine a bordo della Guarnieri Baby Nelson.
Anche in questo caso sbilanciarsi non è semplice, però si è fatta notareal mattino per la bella condizione.

Alla settima formerai il binomio con Buonaccorsi, favorito?
L'ho già montato in passato e nel Rosemberg mi ha fatto una buona impressione. Non ci nascondiamo e proveremo a respingere Ksenia e King of Axum, i due avversari principali.

Dopo 22 anni di carriera qual'è il tuo obiettivo?
In questo momento non ne ho perché è l'ippica a non essere in grado di offrirne. Non vedo un futuro e sai come si dice, a sofferenza lunga corrisponde morte certa...Non mi arrendo, ma non c'è la minima certezza a supportare la nostra passione e a permetterci di imbastire un progetto.

Nonostante questo amo fare il fantino e mi piacerebbe fare sapere agli italiani, attraverso un programma di comunicazione serio, che il nostro sport è capace di produrre figure di alta professionalità. Dobbiamo affidarci ad un manager che sia capace di ricreare la nostra immagine e la sappia proporre al nostro esterno.

Si prospettano giorni difficili in futuro, con chi li vorrai condividere?
Con la stessa persona a cui ho fatto riferimento nel secondo tempodella mia carriera, Maria Moneta.
Andrea Milani


via Ippica 2.0
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